Se c'è qualcuno che non ha mai avuto mal di schiena, ha tutta la mia invidia. La lombalgia è la patologia muscolo scheletrica più diffusa al mondo, la prima causa di assenza dal lavoro, ed influisce negativamente sulla percezione della qualità di vita.
La genesi è multifattoriale, quindi a generarla contribuiscono più fattori: genetici, legati alle posture che si tengono durante il lavoro, traumi pregressi, età, sesso, compresenza di altre patologie.
Per quanto la patologia sia diffusa non esiste un mal di schiena uguale all'altro, perchè ogni paziente ha una struttura diversa, una storia unica ed è sottoposto a determinate sollecitazioni.
L'accurata valutazione del paziente è determinante per la riuscita del
trattamento. Si parte da un anamnesi dettagliata che prenda in
considerazione i traumi pregressi, lo stile di vita, interventi
chirurgici, problematiche viscerali, oltre alla presa visione di
eventuali esami strumentali. La valutazione deve essere orientato a
tutto il corpo, visto che la zona sintomatica non sempre è la sede
causale, a volte rappresenta l'ultimo anello di una catena
disfunzionale.
Una vecchia distorisione di caviglia ad esempio può
influenzare il modo in cui si cammina e creare asimmetrie di bacino che
poi si ripercuotono sulla zona lombare, la cicatrice di un intervento
alla tiroide può limitare la normale mobilità del rachide cervicale.
La
colonna vertebrale è un sistema articolato, connesso meccanicamente con
i quattro arti e con il capo; i nervi che fuoriescono dai fori
intervetebrali si portano ai muscoli e agli organi di tutto il corpo.
L'osteopata attraverso, l'anamnesi, la valutazione palpatoria e una
visione dinamica dell'anatomia cerca le relazioni tra le varie parti e
quando possibile rimuove gli ostacoli (le rigidità) presenti, così che
l'organismo possa ritrovare un equilibrio migliore.
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