Formazione

Nel 2004 dopo essermi diplomato come perito chimico, avevo solo una certezza… non volevo lavorare in laboratorio! Per quanto amassi la chimica, l’idea di chiudermi in una stanza e analizzare tutti i giorni le stesse cose non faceva per me.

Ero stato trattato da bambino da un fisioterapista per un torcicollo acuto e mi era sembrato un bel lavoro; così feci il test d’ingresso e il settembre di quell’anno, mentre stavo lavorando come imbianchino per raggranellare qualche soldo, seppi che avevo passato il test.

Nel novembre del 2007 mi laureai con la tesi dal titolo “Atrofia muscolare spinale e distrofia muscolare di Duchenne: analogie e differenze nell’approccio riabilitativo alle complicanze respiratorie”.

Il primo anno fu all’insegna della riabilitazione pediatrica, nel 2008 accettai la borsa di studio “i disturbi dispercettivi nel bambino con paralisi cerebrale infantile” presso il presidio di terzo livello per le gravi disabilità infantili dell'ospedale S. Maria Nuova. Collaborai a un progetto di riabilitazione respiratoria domiciliare in pazienti neuromuscolari (distrofie muscolari, SMA, SLA…), decisi anche di aprire la partita iva e iniziai a lavorare come fisioterapista in una cooperativa sempre in ambito pediatrico. Feci un corso come insegnante di massaggio infantile e iniziai a insegnare ai genitori come massaggiare i neonati.

Nel 2009 svolsi un incarico di 5 mesi presso la riabilitazione intensiva neurologica dell’ospedale San Sebastiano di Correggio, lavorai sia con pazienti neurologici (gravi traumi cranici, ictus, emorragie…) che nel reparto di riabilitazione respiratoria.

A Novembre lavorai per circa sei mesi nell’RSA e Casa protetta Al Parco di Scandiano, dove conobbi mia moglie.

Nel Maggio del 2010 venni assunto con un contratto a tempo indeterminato dall’AUSL di Reggio Emilia, nello specifico presso il Servizio di Riabilitazione di Albinea, qui ho trattato pazienti post chirurgici (protesi di anca, ginocchia, fratture di femore, lombalgie ), patologie neurologiche (ictus, polineuropatie, traumi cranici, mielolesi), pazienti con problematiche respiratorie (Bronchiti croniche, pazienti neuromuscolari, gravi cerebrolesioni), grazie all’esperienza dei miei colleghi mi sono formato nell’ambito di ausili, tutori e dei possibili adattamenti domiciliari in caso di disabilità più o meno grave.

Nell’autunno dello stesso anno, ho deciso di iscrivermi a osteopatia, un interesse che avevo fin dai primi anni dell’università ma che ha dovuto attendere il momento giusto.

Nel 2012 concludo il corso base sul Concetto Bobath per il trattamento dell’adulto con cerebro lesione acquisita.

Dal 2015 al 2023 ho continuato a lavorare in AUSL con un part time a 18 ore così da aver modo di praticare osteopatia.

Nell’ottobre 2016 mi sono diplomato in osteopatia con la tesi dal titolo: “Ipotesi di trattamento osteopatico delle crisi neurovegetative in pazienti affetti da grave cerebro lesione acquisita”.

Dal 2014 al 2017 ho collaborato con Med-Ex, una società di medicina sportiva, trattando i dipendenti di Ferrari s.p.a che afferivano dai vari reparti (Formula 1 compresa) affetti per lo più da problematiche muscolo scheletriche.


Il momento della consegna del D.O (diploma in osteopatia)

Dopo il diploma ho frequentato diversi corsi post graduate, approfondendo soprattutto la valutazione palpatoria, tecniche manipolative a leva corta, la manipolazione viscerale, neurale e vascolare secondo l'approccio di J.P. Barral, il trattamento dei bambini e delle donne in gravidanza con H.King, docente di fama internazionale.

Dall’ottobre 2017 insegno Clinica Osteopatica e Tecniche Generali Osteopatiche presso il Collegio Italiano di Osteopatia di Parma.

Da febbraio 2017 lavoro, presso il mio studio, come libero professionista mettendo al servizio del paziente ciò che ho imparato in questi anni.

Come in tantissimi altri ambiti, ma a maggior ragione quando si parla di salute, penso che l’errore più grande che possa fare un professionista sia quello di “sentirsi arrivato”, di “sedersi su ciò che ha imparato”. Credo invece che la via da seguire sia quella del continuare a mettersi in gioco fino al giorno della pensione (se mai ci arriveremo), di non smettere mai di far bruciare il fuoco della curiosità, a costo di mettere in discussione ciò che si è imparato e si è fatto fino al giorno prima.

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